Chi di noi non ha mai sentito parlare di Beautiful? Quanti di noi non l’hanno seguita (anche se in modo saltuario)? Chi di noi non ha almeno ascoltato una volta la canzone di Marco Masini dal titolo “Il morbo di Beautiful”? In merito però, devo dissentire con una parte del testo poiché, a differenza di quanto scrive Masini “… se perdi una puntata poi non ci capisci più …”, io penso che se ne perdi anche più di una afferri benissimo, tanto, se in vent’anni tutto è rimasto invariato, anche nell’età che sembra essere in standby, cosa potremmo trovare di nuovo?
Impossibile non essersi imbattuti in una soap opera così longeva, anche perché, con ben oltre cinquemila puntate, qualche volta uno sguardo, volente o nolente, lo si è dato, e magari ci ha anche incuriositi.
Ora, non volendo entrare nel merito di chi la segue, cosa ti spinga a farlo o solo a criticarla – stante che per me la libertà di scelta è sacra e inviolabile – vorrei invece puntualizzare la temerarietà e anche la destrezza, a volte azzardata, degli autori che, pur avendo imbastito una storia a dir poco … incredibile, dagli aspetti a volte inquietanti, a mio parere hanno toppato sul decorso dell’età.
Un’evoluzione che sa di mistero, che ha dell’inverosimile. Mentre la matriarca Stephanie si incanutisce, l’inossidabile Brooke ancora miete vittime sessuali anche in giovanissima età e, già madre di ben quattro figli più uno “trafugato in laboratorio” e nonna di un nipotino, si confronta con progenie che cresce a vista d’occhio e con bambini che rimangono tali come congelati, ibernati insomma, pronti a “riapparire” in età adolescenziale o adulta come frutto di magia.
A mio parere, la finalità vera della infinita ed interminabile, oltre che inconcludente storia, sta proprio nel contare sulla nostra scarsa memorizzazione di tanti anni così che, non ricordandoci più da chi è venuto al mondo il nuovo o la nuova protagonista del momento, riusciamo pure a superare brillantemente lo sdegno per rapporti incestuosi e quant’altro dovesse rivelarsi inconsueto, tanto, occhio non vede … cuore non duole e, nel nostro caso, mente non ricorda, moralità si conserva!
Questa dissertazione (o elucubrazione) personale su Beautiful … prendetela pure come il risultato di pranzi festivi e post festivi … pesanti!