Premessa la mia proverbiale pigrizia in fatto di muovermi a piedi, oggi, malgrado il mio peregrinare in cerca di un parcheggio auto, ho dovuto prendere atto che a Messina, piuttosto che camminare a piedi, è meglio farlo in automobile.
Il motivo?
Lo slalom in una città di mare e non sulla neve mi sembra un buon motivo, per non parlare del dribbling per riscaldarsi prima della gara di “camminata libera”.
È quello che ho potuto e dovuto constatare questa mattina quando, dopo quasi un’ora di circumnavigazione di parte della città per trovare un luogo di sosta per la mia autovettura, sono stata costretta a parcheggiare a qualche chilometro di distanza dal luogo in cui mi sarei dovuta recare.
Percorrendo a piedi una zona della città affatto periferica, direi a poche centinaia di metri dal Tribunale, dall’Università, dal Duomo e similari, dunque blasonati riferimenti e fiori all’occhiello della città di Messina, ho fatto l’intero percorso a testa bassa e ciò per evitare: buche (peraltro non segnalate) sui marciapiedi, mattonelle dissestate, immondizia e sterpaglie ai margini della strada e delle banchine, automobili che vi sostavano sopra impedendo la loro praticabilità (figuriamoci per un disabile), escrementi di animali ad ogni passo, odori e lezzi di ogni tipo, insomma: un quadro ributtante.
A me fisicamente è ancora concesso dribblare tra l’inciviltà imperante di alcuni cittadini primitivi e l’indolenza amministrativa del luogo, ma ho rivolto subito un pensiero a chi non è nelle condizioni fisiche di poterlo fare, ovverosia un disabile; chi deve muoversi con un passeggino per il solo gusto di fare una passeggiata nella propria città; chi è costretto a trascinarsi dietro un trolley al quale, percorrendo i marciapiedi nelle condizioni sopra descritte, credo non servano nemmeno le ruote ma piuttosto le ali; o un anziano che rischia una caduta dietro l’altra.
Per non farci mancare nulla, ci sono anche gli scooter fermi e in movimento sui marciapiedi. La vergogna è completa.
Sento di appartenere alla città di Messina, pur non abitandoci, e vederla lacerata e abbandonata a sé stessa mi lascia l’amaro in bocca e la voglia di esprimere questo mio malcontento anche da questa mia pagina.
Sarebbe bello poterla descrivere come una meta turistica ma, nelle condizioni in cui è, credo sia solo utile affidarla al buon senso di un’amministrazione che sappia valorizzarla e restituirla al suo antico splendore.
Io intanto torno a usare l’autovettura, sperando di trovare un parcheggio limitrofo alla mia destinazione.
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