Da qualche giorno ho avuto modo di vedere e ascoltare un emozionante spot pubblicitario che mi costringe a riflettere e a fare alcune mie personali considerazioni: l’Italia è veramente quel territorio che si estende dalle Alpi all’Appennino Siculo o questo si ferma di fatto a quello Calabro?
La campagna pubblicitaria a cui mi riferisco mostra una bambina a bordo di una macchinina rossa a pedali sollevata da tante persone che così sembrano favorire il suo viaggio in autostrada in tutta sicurezza, il tutto accompagnato da un brano musicale molto bello. Fin qui lo spot, al quale nulla c’è da eccepire.
Ieri, però, dovendomi spostare per esigenze personali, ho preso come sempre l’autostrada, più specificamente la tratta Messina – Catania e, ancora una volta, sono tornata bruscamente alla realtà. Per giustificare il mio disappunto tra un sobbalzo e l’altro e tra numerosi slalom (tutti per cercare di schivare buche e avvallamenti), ho fatto mente locale su quella pubblicità concludendo che l’autenticità della stessa è da ricercare presumibilmente nel percorso che non riguarda quello siciliano ma quello italiano.
Mossa da amarezza per quella che a mio parere ho ritenuto una dissonanza, ho visitato la pagina Web del CAS (Consorzio per le Autostrade Siciliane) e, approfittando dell’area “Gli utenti segnalano”, avevo deciso di dire anche la mia in merito ai necessari interventi di manutenzione soprattutto del fondo stradale e altro indispensabili per l’utilizzo in sicurezza del percorso autostradale Messina – Catania in ambo i sensi di marcia.
Mentre però lo compilavo, mi sono resa conto che la mia “partecipazione” a quel questionario, così come predisposto, non avrebbe di certo risolto il problema, ormai presente da molto tempo malgrado, ritengo, sia stato più volte attenzionato sia da altri viaggiatori come me che dagli organi di controllo dello stesso Consorzio, oltre che da numerose segnalazioni apparse anche sugli organi di stampa.
Sarò stata colpita da una ventata di sfiducia, ma ho ritenuto che quel mio giudizio non avrebbe di certo migliorato la qualità dei servizi offerti, avrebbe invece – a mio parere – solo aumentato il numero di quanti segnaliamo e lamentiamo qualcosa che comunque, vuoi per asserite difficoltà economiche, vuoi per continue disattenzioni alle esigenze del cittadino/fruitore di un servizio (perché rimane pur sempre una prestazione a pagamento, dunque sottoposta a responsabilità di chi la fornisce), rimane uno scritto (se rimane) del quale forse si terrà conto solo quando potrà servire per far cadere qualche testa o liberare qualche poltrona occupata da troppo tempo.
La mia attenzione, infine, si è concentrata sulla “Storia della autostrada Messina – Catania” e sull’ultimo passaggio, del quale mi ha colpito sia il testo che la data:
Nel 1997 – dopo una lunga stasi gestionale per l’avvicendarsi di amministratori e dirigenti alla guida del Consorzio ed una totale paralisi manutentoria della tratta – la Messina-Catania è stata sottoposta ad un corposo piano di manutenzioni per riportarla a livelli di sicurezza ed efficienza”. Continua con “Di seguito lo stato dei lavori alla data del 10 marzo 2010 … .
Quindici anni dopo quel lontano 1997 e a quasi tre anni dal marzo 2010 … a tutti noi e alle nostre officine meccaniche la conclusione!