TCG telefonia mobile illegittima. Rimborso

Chiunque abbia stipulato un contratto di abbonamento business (intestato a titolari di partita Iva) o privato, riferiti ai servizi di telefonia mobile (sono esclusi i piani ricaricabili), controllando le fatture relative alla loro utenza, potrà rendersi conto se ancora quei gestori, che non hanno recepito la sentenza che dichiara l’illegittimità della tassa di concessione governativa sui cellulari, continuano ad applicare ogni mese la tassa di € 5,16 per il contratto privato e di € 12,91 per quello affari.

Questa imposta, corrisposta allo Stato Italiano, era stata introdotta, sul servizio radiomobile pubblico terrestre di comunicazione, nel 1995 ed è stata abolita dal D.Lgs n. 249 nel 2003 per effetto dell’entrata in vigore del Codice delle telecomunicazioni elettroniche recante disposizioni in materia di liberalizzazione dei servizi di comunicazione.

Da quando questo tributo è stato ritenuto illegittimo dalle sentenze n. 5/2011 e 33/2012 della Commissione Tributaria del Veneto e poi di Perugia con la n. 37/2011, il consumatore/utente può intanto diffidare il proprio gestore telefonico invitandolo a non applicare più la tassa in questione e, per quanto già versato indebitamente, chiederne il rimborso, avvalendosi di questo modulo che ho trovato idoneo allo scopo.

La restituzione va avanzata alla sede legale della propria compagnia telefonica con una raccomandata con ricevuta di ritorno, allegando le copie dei pagamenti effettuati e per i quali si chiede il rimborso e, per interrompere il termine prescrizionale, occorre inviare la medesima istanza anche all’Agenzia delle Entrate di competenza.

I consumatori che possono farne richiesta sono sia i privati che gli Enti locali e, considerato il termine triennale per la domanda di rimborso, entrambi otterrebbero per 36 mesi rispettivamente un massimo di € 185,76 e di € 464,76.

Pur soddisfatta per ciò che potrebbe essere reso alla collettività perché finora costretta a pagare una tassa illegittima, non posso non domandarmi il motivo per il quale lo Stato, con i suoi Organi di controllo prima e di recupero dopo, agisce intimando e non chiedendo, mentre il cittadino comune, per vedersi riconoscere un proprio diritto (non necessariamente concesso seppure dovutogli), è costretto a lunghe e farraginose procedure che non sempre è in grado di sostenere né economicamente né psicologicamente. Questo è il valore che viene dato al cittadino.

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