Alcuni semplici, essenziali, quasi spartani, altri ornamentali, decorativi, sontuosi, certi blasfemi, bizzarri, incomprensibili, indecifrabili, caotici, ma tutti rigorosamente ne contengono dodici (di mesi), tutti evidenziano le festività religiose e nazionali, tutti riportano un proprio banner pubblicitario.
Ma tutto questo giustifica una corsa al calendario?
Ieri un edicolante intervistato in televisione ad una domanda specifica sul tipo di calendario che si cerca di accaparrarsi quest’anno, ne ha mostrato uno tra i più … come dire … ricercati citandone altri a seguire.
A dire il vero sono rimasta sorpresa e non certo perché reputo il calendario un oggetto inutile, anzi, lo ritengo necessario. Ma, dal mio punto di vista, la sua funzione è circoscritta ad un mero susseguirsi di giorni che puntualizzano scadenze per tanti, ricorrenze per parecchi, incombenze per molti, vacanze per taluni, trattamenti economici festivi per chi li lavora come tali e tanto altro ancora, ma da qui a “preferirne” uno piuttosto che un altro per il solo motivo che magari quell’anno è quello che va di moda … mi lascia senza parole.
E pensare che Robinson Crusoe lo aveva escogitato lui stesso per segnare lo scorrere dei giorni così da non perdere la nozione del tempo e quindi il contatto con la civiltà!