Delazione: senso civico o rappresaglia?

Il decreto legislativo 23/2011, inteso, tra le altre cose, a stanare i proprietari di immobili ad uso abitativo, ricompensandoli con agevolazioni fiscali se avessero deciso di regolarizzare la loro posizione entro il 7 giugno scorso, ha innescato una serie di azioni da parte degli inquilini che dopo quella data sono rimasti privi di contratto di affitto regolarmente registrato.

Ed infatti, stante che le autodenunce che ci si aspettava non sono arrivate così puntuali, si è data la facoltà ai locatari di denunciare loro stessi la posizione irregolare in merito alla registrazione del loro contratto di affitto e, come si può immaginare, per gli “avventori” delle locazioni  non a lungo termine, si è aperta una vera e propria caccia alle streghe, con anche l’opportunità per alcuni di togliersi il cosiddetto sassolino dalle scarpe.

Orbene, questa “splendida” iniziativa, un misto tra spiata e prevalsa del senso civico, ha consentito e consente ancora ai locatari di “segnalare” il loro affitto “in nero” così guadagnando un premio da parte dello Stato, che da solo e con i suoi uomini e mezzi sembra non riesca ad effettuare i dovuti controlli, pronto a garantire alla “vittima” un contratto di locazione di quattro anni più altri quattro, così come prevede la legge; ma non è tutto, in quanto si ha diritto ad una sostanziale riduzione del canone di locazione, al momento solo a decorrere dalla denuncia, senza diritto di arretrati (stante che si sta pronunciando in merito la Corte Costituzionale dopo che è stato sollevato un problema di legittimità costituzionale laddove entra in contrasto con quelli che sono i principi costituzionali ed in particolare con l’art. 42 della Costituzione della Repubblica),  che sarà calcolato sulla scorta della rendita catastale di quell’immobile moltiplicata per tre.

Ovviamente prima di arrivare a tutto questo bisogna essere intanto certi che il proprio contratto non sia stato registrato ed avere prove ed estremi alla mano, oltre che la possibilità economica di corrispondere all’Agenzia delle Entrate le spese di registrazione di quell’affitto che a quel punto graveranno su chi la effettua e che consiste nel 2% del canone annuale oltre gli arretrati gravati di mora.

In quanto alle prove saranno sufficienti le utenze registrate a proprio nome o i pagamenti effettuati per il canone mensile con ricevuta o comunque con corresponsioni tracciabili; gli estremi sopra accennati si riferiscono alle visure catastali, da effettuarsi presso l’Agenzia del Territorio, per verificare chi è realmente il proprietario dell’immobile locato che sarà il destinatario della denuncia in questione e anche quello a cui si dovrà inviare una comunicazione che lo metta a conoscenza della decorrenza e dell’importo del nuovo canone stabilito dall’Agenzia delle Entrate dopo la registrazione.

Ora, se è vero che ad ogni azione corrisponde una reazione … qui non ci sarà certo da aspettarsi le congratulazioni di alcuno, maggiormente se fin dall’inizio, a torto o a ragione, non spetta a me sindacare, si sono accettate certe condizioni che dopo, per mero opportunismo e bieco interesse personale, si infrangono.

Si dovrebbe qui fare una precisa analisi: se si è veramente vittime, con ricatti e vessazioni, di alcuni comportamenti che si è costretti a subire, o se, invece, si è corresponsabili fino a quando ci fa comodo per poi cavalcare l’aggressione di turno per ritorcerci contro chi, non è escluso, ha concordemente cercato di favorirci venendoci/si incontro.

In poche parole mi sto domandando se noi cittadini siamo mossi da reale osservanza del senso civico, e allora tutto può avere una spiegazione nei valori di correttezza e lealtà, o solo sollecitati da spietata vendetta, e allora ci sarebbe da chiedersi quando toccherà a noi che ora apostrofiamo l’altro.

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