Sigaretta elettronica: si specula sempre sulle dipendenze e sulle debolezze dell’uomo

Inizio subito col dire che, non fumando – pur avendoci provato da ragazza (sottraendo di nascosto una sigaretta a mio padre, accanito fumatore), anche se con scarsi risultati poiché stavo per soffocare tra i fumi – non conosco personalmente gli effetti dell’astinenza da sigaretta, mentre sono in grado di apprendere le informazioni e i segnali che da più parti (prevalentemente siti istituzionali preposti al controllo della salute pubblica) vengono divulgati per sensibilizzarci sugli effetti dannosi delle sigarette in generale e, da non molto tempo, anche di quelli delle cosiddette sigarette elettroniche.

Parto proprio dal Comunciato Stampa n. 47 del 05 marzo 2013 del Ministero della Salute in cui, nel corso di un summit a Dublino, il Ministro della salute in un suo intervento sulla revisione della Direttiva europea sul fumo:

… ha sottolineato che occorre andare avanti “con determinazione nella revisione della direttiva del 2001”: “Il contrasto al tabacco, al suo consumo soprattutto da parte dei minori, costituisce una direttiva di azione che, nel suo nucleo, non può e non deve essere posta in dubbio. In una parola, il contrasto al tabagismo è un principio non negoziabile di ogni vera politica della salute e di ogni politica sanitaria”.

Il Ministro Balduzzi ha spiegato la posizione italiana sulla proposta di nuova Direttiva: “Se l’Italia ha posto una riserva generale d’esame sulla proposta di Direttiva, è per avere una ancor più grande attenzione all’efficacia delle innovazioni che essa introduce: ecco perché la proposta italiana è di approfondire l’analisi dell’impatto della nuova regolamentazione, così da dimostrare alle amministrazioni più refrattarie la bontà delle medesime innovazioni”. Il Ministro ha sottolineato in particolare la necessità di estendere le aree smoke free, vietare o limitare le sigarette “slim”, divieto di pacchetti contenenti meno di 20 sigarette, adeguato spazio sui pacchetti di “pictorialwarnings”, divieto di pubblicizzazione degli aromi.

Il Ministro Balduzzi ha sollecitato anche una riflessione sulle sigarette elettroniche: “La loro diffusione è contraria agli sforzi di disincentivare la moda dell’uso di sigarette, anche perché possono essere usate per aggirare i divieti, sia sulle aree smoke free che sui minori, e poi perché possono contenere nicotinoidi”. Il Ministro ha aggiunto che “i singoli Stati Membri in generale possono essere deboli rispetto alle categorie economiche, ma è necessario  che l’Unione europea faccia propria l’attenzione ed una regolamentazione adeguata anche delle sigarette elettroniche”.

In merito alla sicurezza e ai rischi poco noti per la salute delle sigarette elettroniche, nate per ridurre i danni del fumo passivo dal momento che emettono vapore e non funzionano con la combustione (evitando così di inspirare i gas più nocivi come catrame e anidride carbonica), mi sembra che l’intento di ridurre l’uso delle tradizionali sigarette si stia vanificando. Questa mia personale convinzione credo sia anche suffragata da alcune notizie sconfortanti come quella, in ultimo, dello scoppio della sigaretta elettronica tra le dita di un fumatore (a Torino) intento a “fare un tiro”, e da quanto riportato in una relazione dell’Istituto Superiore della Sanità che evidenzia alcuni aspetti che necessiterebbero di ulteriori approndimenti, come la pericolosità delle cartucce di queste sigarette che contengono nicotina, sostanza nociva che provoca dipendenza e che, nelle ricariche, si trova allo stato liquido. La nicotina liquida potrebbe anche rivelarsi tossica se ingerita per errore o anche solo al contatto con la pelle. Tanto che, per tale motivo, dev’essere indicata sulle confezioni la pericolosità e le precauzioni di impiego. In difetto, com’è già accaduto, si potrebbe incorrere in sequesti da parte dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma dei Carabinieri).

Desiderando solo portare a conoscenza di chiunque legge il parere di cui ho appena detto, mi limiterò a linkare la relazione dell’Istituto Superiore della Sanità n. 34955/CSC6 del 26.09.2012, all’oggetto “Richiesta aggiornamento scientifico in merito alla pericolosità delle sigarette elettroniche contenenti nicotina”, indirizzata al Ministero della Salute. Chi vuole intende … intenda; chi ritiene di essere interessato o reputi giusto informarsi sul tema, penso andrà a leggersi bene l’argomento traendo le proprie conclusioni.

L’unica certezza in merito a questo nuovo fenomeno è una regolamentazione lacunosa: in Italia è previsto solo il divieto di vendita ai minori di 16 anni. Al momento, malgrado i dubbi posti sui rischi per la salute di chi fuma questo prodotto, a far uso di questo dispositivo sono oltre 320 mila persone, destinate a crescere di numero. Sembra che alcune tra le principali Società di trasporto, quali Alitalia e Trenitalia, con delle circolari interne ne abbiano vietato l’uso sugli aerei e sui treni, così come il Sindaco di Lomazzo, un Comune in provincia di Como, l’ha vietato in città (cfr. “Sigaretta elettronica, se fai male ti vieto: bandita da Lomazzo, treni e aerei”).

Da un’inchiesta apparsa su Repubblica online il 19 febbraio 2013, sembra che le sigarette elettroniche con più di 2 milligrammi di nicotina, se dovesse diventare operativa la direttiva dell’Unione Europea, si potranno vendere solo in farmacia.

Rimango fermamente convinta che ognuno decide dalla sua vita in piena coscienza e che, in quanto tale, dev’essere una scelta da rispettare, così come non posso sottacere che la solerte campagna di sensibilizzazione promossa dagli Organi dello Stato, a mio parere, risulta tardiva e pure ingannevole, stante che quest’ultimo non fa nulla, eccetto che lucrare sulle dipendenze e debolezze dell’essere umano aumentando a dismisura il costo delle sigarette, affinchè una “pratica” che danneggia la salute pubblica, anche se alla fin fine per scelta volontaria, venga in qualche modo … bandita.

Addossare l’intera responsabilità ad un gesto del singolo individuo, anche se sconsiderato, non mi pare un buon modo per affrontare ed eventualmente risolvere un problema di una simile portata com’è quella degli effetti del fumo, attivo e passivo, sull’intera popolazione, che altro non sono che cittadini di questo Stato pronto a puntare il dito … solo ed unicamente sugli altri!


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2 risposte a “Sigaretta elettronica: si specula sempre sulle dipendenze e sulle debolezze dell’uomo”

  1. Avatar Alba

    La sigaretta elettronica deve servire a smettere di fumare o perlomeno a limitare i danni alla salute degli ex-fuamtori di tabacco.
    Quello che emerge dalle ricerche realizzate è che la e-sigarette fa meno male della sigaretta tradizionale e quindi grazie sigaretta elettronica.
    Alba

    1. Avatar Pina Teresa Lontri
      Pina Teresa Lontri

      Ciao Alba, intanto vorrei ringraziarti per il commento, ritengo la partecipazione e lo scambio intellettivo sempre molto costruttivo e motivo di arricchimento culturale.

      Come accennato nel mio post, non sono mai stata una fumatrice, ma ho sempre letto degli effetti dannosi anche del fumo della sigaretta; risultati che sono senz’altro il frutto di anni e anni di ricerche scientifiche. Ed è proprio a queste a cui mi sono ricondotta nell’esprimere la mia opinione in merito alla sigaretta elettronica e non solo, ovviamente.

      Leggo che trovi più giusto limitare i danni alla salute degli ex fumatori, ritenendo per questo la sigaretta elettronica meno dannosa; non ci sono dubbi sul fatto che possa risultare meno dannosa, tanto che io stessa nel mio post ho accennato che “… emettono vapore e non funzionano con la combustione (evitando così di inspirare i gas più nocivi come catrame e anidride carbonica) …”, ma le ricerche realizzate e che io ho già linkato non mi pare che ne escludano gli effetti dannosi, anzi, diciamo pure che ne denunciano l’utilizzo indiscriminato da parte dei minori e di tutti quelli che potrebbero affidarsi ad alcuni sistemi di acquisto non sempre sicuri e certamente inadeguati a fornire sufficienti informazioni sulle eventuali controindicazioni.

      Inoltre, non ho potuto fare a meno di consultare il sito che hai indicato e, correggimi se sbaglio, sembra che si tratti di un sito in cui, cito testualmente: “… vengono raccolti i dati sulla navigazione dei visitatori in forma anonima al solo scopo di realizzare uno studio su base statistica volto a rendere più fruibili i contenuti …”.

      Personalmente penso che possa dirsi più attendibile una “testimonianza” scientifica, tratta da una relazione dell’Istituto Superiore della Sanità, piuttosto che una (come in certi casi) propagandistica notizia presentata da operatori commerciali del settore o, come nella questione del sito citato, di testimonianze rese da anonimi (che in quanto tali non si può escludere si tratti di responsabili di negozi di “svapo” ultimamente proliferati) che, pur meritevoli di rispetto, così come la tua opinione, fin tanto che non risultano sperimentate, non ritengo possano essere considerate adatte ad argomentare, sotto l’aspetto puramente della salute, simili tematiche.

      Resta comunque il fatto che, se nel tuo caso l’utilizzo della sigaretta elettronica si è rivelato soddisfacente, … buon per te!