Quando la burocrazia apre la porta o il portale al cittadino, siano essi reali o virtuali, non so per quale motivo la mia memoria va all’opera dantesca “Divina Commedia” e, più nello specifico, alla prima cantica intitolata “Inferno” dove, al Canto III, Dante legge sulla porta quelle terribili parole di monito “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”!
Beh, magari non ci sarà Virgilio che ci prenderà per mano ma saremo probabilmente in coda, stipati, presso uno sportello a “darci una mano” l’un con l’altro; non ci saranno i gironi (più modernamente chiamati piani); non ci si imbatterà in Lucifero, ma non si esclude di certo un bel giro “centrifuga” nei meandri degli uffici fiscali, tributari, giudiziari, ecc. ecc.. L’inferno per un cittadino può essere qualsiasi cosa minacci la sua stabilità fisica, economica, psichica. Non è detto debba avere sembianze disumane: anche il più “incravattato” e imbellettato del mondo può farti vivere un’esperienza infernale.
La premessa appena fatta, ovvero la circostanza supposta e rappresentata in maniera romanzata, è il risultato di una serie di “agevolazioni” (definite tali ma in pratica poco atte agli scopi indicati) a cui la cosiddetta Pubblica Amministrazione ci sta abituando – ma non istruendoci preventivamente – catapultandoci in procedure a noi assolutamente sconosciute e a chi le impone altrettanto totalmente ignote.
Abbiamo assistito, di recente, alla disorganizzazione e disservizi emersi con il sistema telematico per ottenere il Cud da parte dei pensionati dopo che l’Inps ha indicato quel fatidico Pin come la chiave risolutiva di tante incombenze in capo al cittadino che, finalmente, dovrebbe poter gestire al meglio la propria situazione lavorativa, contributiva e relazionale con gli Enti, poi rivelatasi inefficace e a tratti paradossale. Anzi: in molteplici casi ha contribuito a sottoporci a ulteriori pressioni psicologiche, come se tutte le altre, comprese quelle fiscali, non fossero sufficienti.
L’apertura, intesa come disponibilità, da parte della Pubblica Amministrazione sembra proseguire anche con la possibilità di poter accedere alle visure catastali online, un canale gestionale “privato”, una sorta di “servizio” a beneficio del cittadino e/o professionista e delle esigenze di questi ultimi. Quale migliore occasione per stare comodamente seduti a casa propria e verificare da sé i criteri “imbastiti ad hoc” per farci calcolare l’ammontare della prossima tassa da pagare? Non c’è prezzo … dice una nota pubblicità! Ma penso ci possa essere un limite … aggiungo io.
Da tempo si parla di Tares, Imu, revisione del catasto e chi più ne ha più ne metta. L’attenzione rivolta ai valori catastali non è un caso, così come non lo è quella orientata alla tassazione del cosiddetto bene sacro, il bene sicuro, frutto di sacrifici, dimora del “focolare”, punto di riferimento … e diciamo pure punto di prelievo fiscale sicuro. La finalità è esclusivamente fiscale.
Guarda caso si tende a rivedere, rimodernare, aggiornare tutto ciò che potrebbe e potrà essere motivo di “arricchimento” delle casse dello Stato, applicando da capo a collo delle percentuali da sconti di fine stagione (come l’aumento di almeno il 60% dei valori catastali), e si temporeggia o si evita di mettere le mani con la stessa solerzia e vigore su ciò che invece potrebbe rivelarsi utile – se non addirittura vitale e di sostentamento (pensioni, salari, ecc.) – per il cittadino/contribuente. Per quest’ultimo solo adeguamenti Istat: regola, ovviamente, non valida per gli emolumenti dei politici e degli alti burocrati.
Tornando al catasto e alla sua “riqualificazione”, questa inciderà notevolmente sulla determinazione dell’importo da corrispondere a titolo di Imu, sulle imposte di compravendita, sulle donazioni, sulle successioni e chissà quanto altro ancora mettendo in ginocchio sempre le stesse classi sociali.
Non è mia intenzione dissertare su estimi catastali, calcoli di superfici, vani, ubicazioni, ecc., non sarei in grado di farlo visto che esula dalle mie capacità professionali in tal senso, ma questo mio post vuole evidenziare comunque l’esistenza di un servizio di cui, indipendentemente dalla finalità che ognuno desumerà da sé, la collettività può disporre e, già che c’è, conoscere meglio il suo funzionamento potrebbe essere utile.
Ecco cos’è previsto che si possa fare online in merito ai servizi catastali.
L’accorpamento delle due Agenzie fiscali (delle Entrate e del Territorio) ha determinato l’accesso all’unico portale “Agenzia delle Entrate”. E’ qui che si potrà accedere al servizio di cui si abbisogna e, in merito al catasto, nella home c’è la finestra “Servizi catastali e ipotecari” con una serie di prestazioni il cui accesso può essere libero o previa registrazione.
Se il cittadino non è registrato può accedere a: Consultazione rendite catastali, Correzione dati catastali online “Contact Center”, Fabbricati non dichiarati, Interrogazione schede monografiche punti fiduciali (Mon), Interrogazione stato pratica catastale, Ispezione ipotecaria (servizio a pagamento), Prenotazione appuntamenti servizi catastali, Variazioni colturali – Ricerca particelle; se l’utente (soggetto privato e/o professionista) è registrato può procedere a: Adempimento Unico telematico – Professionisti, Aggiornamento banca dati catastale, Aggiornamento banca dati ipotecaria, Aggiornamento Catasto fabbricati – Docfa, Aggiornamento Catasto terreni – Pregeo, Cancellazione semplificata di un’ipoteca, Consultazione banche dati – Professionisti e privati, Estratto mappa catastale, Planimetria catastale – Professionisti, Voltura catastale.
Diciamo pure che fiscalmente, contributivamente e ora anche “catastalmente” siamo stati messi nelle condizioni di poter operare senza problemi. Aggiungerei anche economicamente (tramite le home banking) … ma per operare in tale “sensibile” settore ai più manca la materia prima: il denaro.
La revisione dei valori catastali sembra essere il risultato di una considerazione del nostro governo: adeguare i valori degli immobili alla realtà di mercato. Che sia stato questo il motivo degli scandali sulle case dei politici comprate a prezzi stracciati? Magari ora è chiaro anche a loro (alle caste) che i “buoni affari”, se avessimo i loro stessi strumenti, saremmo tutti in grado di “fiutarli”! Chissà se i nuovi importi di mercato riusciremo a vederli applicati EQUAMENTE e GIUSTAMENTE!